Carissimi lettori e lettrici eccomi qui. scusate l'assenza prolungata, ma gite fuoriporta, essays universitari e malanni vari mi hanno allontanato dal pc. Tanto di guadagnato però, perchè ho reperito materiale per scrivere un libro.
Oggi mi sembra, tuttavia, doveroso parlarvi della mia gita sulla Great Ocean Road lo scorso week end. La great ocean road è una road (eheh) lunga quasi 300kg che va da Torquay, una spiaggia incantevole e un po selvaggia che si trova a sud di Geelong, fino a Warrnambool. La maggiorparte della suddetta road costeggia l'ocano e vanta alcuni dei paesaggi più incantevoli al mondo.
Partimo di buona lena alle ore 8 del mattino da church pale, una strada stretta quanto il buco del culo di uno stitico, insomma la milgiore location per la partnza di una gita. Affittimo le rain jackets al costo di 10 dolalrakkioni pagati con "pertuttoilrestocemastercard" e si va. sul pulmino siamo in 15, autista compreso. Sfortuna vuole che quest'ultimo sia lo stesso svociato di philip island (io quelli strani non soltanto li attraggo na volta.. ci prendo gusto e li riattraggo). Come per philip island, per capire quello che dice devo trasformare le mie orecchie in amplificaori di onde infrasuono, perchè altrimenti per me lui (austista) e un pesce avrebbero potuto dire le stesse cose cioè nulla.
Durante le prime 2 ore di viaggio facciamo un paio di stops per veder panorami selvaggi quanto i capelli crespi di un'afroamericana, ma incantevoli come il fashino di... di.. di chi ha faschino.
Arriviamo quindi alla prima grande fermata della trip, quella per la lezione di surf. all'inizio vediamo solo un paarcheggio immerso nel verde con una casetta, dopo un po scorgiamo una ditesa di tute da surfer e tavole rosa e blu a josa, contornate da due teutonici biondi con il naso bruciacchiato dal sole e una accento californoaustraliano da far paura. Il tempo di fare pipi, mettere costume e indossare la tuta, che i due colossi di rodi ci mettono una tavola in mano e ci trascinano in spiaggia. Ci siamo solo noi, la temperatura non è altissima, il mare non è moldo da surf, anzi lo è molto poco, ma noi siamo carichi. inizia la lezione: riscaldamento (raffreddamento più che altro, visto che è avvenuto in acqua gelida) quindi breve spiegazione teroica, a terra, su come montare "in sella", e via, nuovamente, in acqua. io sono salito "in tavola"solo 7 volte. 1 sola in piedi. Un po ero incapace, un po non c'erano tante onde. NB: Nelle 7 svolte "in sella" non sono ricomprese le 2 in cui la tavola mi è sbattuta in faccia, il naso ha gradito molto.
Dopo due ore è gia tempo di asciugarsi, non docciardi, rivestirsi e via per il prossimo panorama. tra una spiaggia e un koala su un albero, uno strapiombo e un canguro saltelalnte vicino le case, arriva il tramonto e il nostro driver ci porta nell'ostello di apollo bay. L'ostello in questione è un complessino di case bianche di legno con arredamento vintage spinto. Molto carino. divido la stanza con i 4 ragazzi che sono cn me sul bus. Tempo di una doccia e via maganre un fish and cheeps in città; quindi, una birretta nel pub locale con lo svociato e pochi altri e poi a ninna.
Il giorno 2 parte con una colazione abbondante in ostello e... l'incubo scoreggia e pizza. Allora, qualcuno sul nostro bus soffriva di pancia, era una di scoreggia continua, pesanteeeeee. Avoglia ad aprire il finestrino. Manco uno tzinami avrebeb spazzato via il venticello fetekkio. Se alla puzza di peto sommate qualla della pizza al peperone, salamino e ananas che la nostra amica americana Cearra ( si legge Siarra) si era conservata dalla sera prima in una scatolina...capirete che la camera a gas della nananini paragonata al nostro bus era una profumeria.
Tra gli eventi della seconda giornata, assolutamente indimenticabile, la camminata sulla passeggiata dei 12 apostoli: grandi colossi rocciosi che si trovano in prossimità della costa e che sembrano farle da guardia. Forse li hanno chiamati 12 apostoli perchè erano 12 come gli apostoli; fatto sta che da 2 anni a questa parte gli apostoli sono 11, uno è caduto in mare. Dopo millenni trascorsi li a guardare il mare, si sarà rotto il cazzo di stare come un cazzone all'mpiedi nell'oceano e si è suicidato lasciandosi cadere. Vabè...
Di una certa suggesticità anche la camminata nella foresta pluviale. Piante, verde, pioggia e umidità da paura. Scenari che in europa non si vedono. Mancava soltanto che sbucasse Indiana jones alla ricerca del tempio maledetto, che poi davvero avremmo avuto tutto.
Oceni, scogliere, archi di roccia, spiagge incantevoli, surf, foreste pluviali, cascate, bella compagnia (scoregge e pizze a parte). Ma cosa volete di più dalla vita? Un Indiano? (ricordate che indiani sono i lucani d'Australia). La strada per il ritorno a casa è stata lunga..ma il paesaggio campestre e le pecore merinos ci hanno accompagnato fino a diradarsi a poco a poco per far spazio all'urbe di melbourne, dove siamo approdatialle 7pm di domenica: stanchi, con le narici sfrante da cocainomani causa scoregge, ma contenti.
Così dopo qualche ora, mentre io nel letto cominciavo a sognare, gli italiani cominciavano a votare per il Berlusconi nazionale: E Vai italian vai...